Page 309 - Jane Eyre
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Il signor Rochester tirò la tenda, alzò la persiana per
           far entrare la luce.
              Fui felice di vedere i raggi rossi dell'aurora, che co-
           minciavano ad illuminare l'orizzonte.
              Il signor Rochester si accostò al ferito, che era già
           nelle mani del chirurgo.
              — Come state ora? — gli domandò.
              — Credo che ella mi abbia ucciso, — rispose debol-
           mente.

              — Niente affatto; via, fatevi coraggio; fra quindici
           giorni non avrete più nulla. Avete perduto un poco di
           sangue e per questo siete debole. Via, Carter, assicurate-
           lo che non c'è pericolo.
              — Lo posso fare in coscienza, — rispose Carter. —
           Soltanto, se fossi stato qui, avrebbe perduto meno san-
           gue. Ma cosa c'è? — aggiunse, esaminando la ferita. —
           La carne della spalla è lacerata e non soltanto tagliata.
           Qui vedo l'opera dei denti, oltre quella del coltello.
              — Sì, mi ha morsicato, — mormorò, — ella mi sbra-
           nava come una tigre, quando Rochester le ha levato il
           coltello.
              — Non avreste dovuto cedere, — disse il signor Ro-
           chester. — Avreste dovuto lottar subito con lei.
              — Come fare? — rispose Mason. — Oh! era orribile!
           — aggiunse sussultando. — E non c'ero preparato, per-
           ché pareva così calma da principio.
              — Vi avevo avvertito, — rispose il suo amico, — vi
           aveva detto di stare in guardia, accostandovi a lei. Del
           resto, avreste potuto aspettare fino alla mattina e io sarei


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