Page 313 - Jane Eyre
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Erano le cinque e mezzo e il sole stava per alzarsi,
però la cucina era sempre buia e la porta laterale chiusa.
L'aprii pian piano ed entrai nel cortile che era vuoto,
ma le porte erano spalancate e fuori vidi una sedia di
posta attaccata, col cocchiere a cassetta.
Mi accostai e gli dissi che i signori sarebbero giunti,
poi guardai ed ascoltai con attenzione. L'aurora spande-
va ovunque la calma.
Le tende erano ancora chiuse nelle camere della ser-
vitù, gli uccellini incominciavano a saltellare sugli albe-
ri in fiore.
Di tanto in tanto i cavalli battevano i piedi nella scu-
deria; tutto il resto era silenzioso.
Allora vidi comparire il signor Mason sorretto dal
medico e dal signor Rochester. Il ferito camminava assai
spedito; tutti e due lo aiutarono a salire in carrozza e
Carter vi entrò pure.
— Abbiate cura di lui, — disse il signor Rochester al
medico, — tenetelo presso di voi, finché non sarà rista-
bilito; ogni due giorni verrò a prender notizie. Come sta-
te ora, Riccardo?
— L'aria fresca mi fa bene, Fairfax.
— Lasciate il cristallo aperto dal suo lato, Carter, non
c'è vento; addio, Dick.
— Fairfax!
— Che cosa volete?
— Abbiate cura di lei, trattatela meglio che sia possi-
bile; fate....
Tacque e scoppiò in lagrime.
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