Page 298 - Jane Eyre
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— Per consolarmi?
— Sì, per consolarvi quanto potessi.
— E se essi lanciassero su di voi l'anatema per esser-
mi rimasta fedele?
— È probabile che non capirei nulla del loro anate-
ma; in ogni caso non ci baderei.
— Allora potreste sfidare l'opinione altrui per me?
— Sì, per voi, come per tutti quelli fra i miei amici,
che sono degni, come voi, del mio affetto.
— Ebbene, tornate in sala; accostatevi al signor Ma-
son tranquillamente e ditegli piano che sono giunto e
desidero vederlo; poi lo condurrete qui e ci lascerete
soli.
— Sì, signore.
Feci quello che il signor Rochester mi aveva indicato;
gl'invitati, vedendomi passare in mezzo al salotto, mi
guardarono.
Trasmisi l'imbasciata al signor Mason, e, dopo averlo
accompagnato dal signor Rochester, salii in camera mia.
Era tardi, e già ero a letto da un po' di tempo, quando
udii gli ospiti della villa entrare nelle loro camere, e di-
stinsi fra tutte la voce del signor Rochester, che diceva:
— Da questa parte, Mason; ecco la vostra camera.
Parlava allegramente, cosa che mi rassicurò, e poco
dopo mi addormentai.
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