Page 291 - Jane Eyre
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— Non sono venuta per sentire parlare del patrimonio
del signor Rochester, ma per conoscere il mio destino, e
voi non mi avete ancora detto nulla.
— Il vostro destino è incerto; quando esamino il vo-
stro volto, un tratto ne contraddice un altro. La sorte vi
ha messo in serbo una ricca mèsse di felicità; lo so, lo
sapeva prima di venir qui, perché ho visto io stessa far
la vostra parte. Dipende da voi di stender la mano e
prenderla e studio il vostro volto per sapere se lo farete.
Inginocchiatevi di nuovo.
M'inginocchiai e la zingara non si avvicinò a me; si
contentò di guardarmi, poi si mise a mormorare:
— Ecco degli occhi pieni di fiamma che brillano
come rugiada; sono dolci e pieni di sentimento; le mie
parole li fanno sorridere, dunque sanno sorridere.
"Le impressioni si succedono rapidamente nella loro
orbita trasparente; quando il sorriso svanisce, si fanno
tristi; una stanchezza, di cui non hanno neppur coscien-
za, ne appesantisce le palpebre; questo è il risultato del-
l'isolamento; si volgono da me, non vogliono più essere
esaminati, pare che neghino, con lo sguardo ironico, la
verità delle mie scoperte, che neghino la loro sensibilità
e la loro tristezza; ma quest'orgoglio e questo riserbo mi
confermano nella mia opinione favorevole.
"In quanto alla bocca, essa si compiace talvolta di ri-
dere, è disposta a narrare tutto ciò che ha concepito il
cervello, ma tace su quello che ha provato il cuore; è
mobile e flessibile e non è mai stata destinata all'eterno
silenzio della solitudine; è una bocca fatta per parlar
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