Page 287 - Jane Eyre
P. 287
ore che passate in quella sala, dinanzi a quelle persone
eleganti che si agitano dinanzi a voi come ombre di una
lanterna magica; perché fra voi e loro non vi è maggior
legame di simpatia che fra gli uomini e le ombre.
— Spesso sono stanca, qualche volta annoiata, mai
triste.
— Allora quale speranza segreta vi sostiene e vi mor-
mora all'orecchio le belle promesse d'avvenire?
— Nessuna; tutto ciò che spero si è di guadagnare ab-
bastanza per potere un giorno aprire una scuola in una
casetta affittata da me.
— Queste idee bastano a divagare soltanto l'immagi-
nazione quando state seduta accanto alla finestra; vedete
che conosco le vostre consuetudini.
— Le avrete sapute dalla servitù.
— Ah, credete di far la furba! Ebbene, sì, conosco
qualcuno qui; Grace Poole.
Sussultai nell'udire quel nome.
— Ah! — pensai, — in tutto questo vi è certo qualco-
sa di diabolico!
— Non abbiate paura, — continuò la zingara. — La
Poole è una donna sicura e tranquilla; si può aver fidu-
cia in lei. Ma quando state alla finestra, pensate forse
alla vostra futura scuola? Fra tutte le persone che occu-
pano le sedie e i divani della sala, non ve n'è alcuna che
desti in voi uno speciale interesse? Non studiate nessun
volto?
— Mi piace di osservare tutti i volti e tutte le persone.
289