Page 284 - Jane Eyre
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un libro di preghiere, e nel leggere borbottava a voce
           alta, come fanno talvolta le vecchie.
              Non interruppe la lettura quando entrai; pareva che
           dovesse terminare un paragrafo.
              Io mi accostai al fuoco per scaldarmi le mani, ero
           tranquillissima e del resto la zingara non aveva nulla
           nell'aspetto che potesse turbarmi.
              Chiuse il libro e mi guardò lentamente; la falda del
           cappello le celava una parte del volto, ma quella che po-

           tei vederne era singolare.
              Aveva una carnagione scurissima.
              Fissò su di me il suo sguardo penetrante e ardito.
              — Ebbene, volete che vi dica la sorte? — mi doman-
           dò con voce penetrante come lo sguardo e dura come il
           volto.
              — Non me ne importa molto; potete dirmela se vole-
           te, ma vi avverto che non ho molta fede nella vostra
           scienza.
              — Ecco un'impudenza che non mi meraviglia in voi;
           me l'aspettavo; il vostro passo me l'ha annunciata quan-
           do avete varcata la porta.
              — Avete l'udito fino?
              — Sì, e l'occhio pronto e il cervello pure.
              — Sono tre cose necessarie nel vostro mestiere.
              — Sopratutto quando ho da fare con persone come
           voi; perché non tremate?
              — Non ho freddo.
              — Perché non impallidite?
              — Non mi sento male.


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