Page 289 - Jane Eyre
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mani; è questa circostanza forse che v'impedisce di co-
noscerlo?
— No, ma non vedo il rapporto che può esservi fra il
signor Rochester e ciò di cui mi avete parlato poco fa.
— Vi parlavo delle signore che sorridevano ai signori,
e ultimamente tanti sorrisi sono stati versati negli occhi
del signor Rochester, che quelli ne traboccano come
coppe troppo piene. Non ve ne siete accorta?
— Il signor Rochester ha diritto di godere della socie-
tà dei suoi ospiti.
— Non v'interrogo sui diritti di lui; ma non avete os-
servato che di tutti i piccoli drammi che si rappresenta-
vano sotto i vostri occhi, quello del signor Rochester era
il più animato?
— L'avidità dello spettatore eccita il fuoco dell'attore.
Nel dir questo parlavo più a me stessa che alla zinga-
ra; ma la voce strana, le maniere, i discorsi di quella
donna mi avevano immersa in una specie di sogno.
Ella mi lanciava sentenze inattese, una dopo l'altra,
fino a che non mi aveva pienamente sbalordita.
Mi chiedevo chi era quello spirito invisibile, che per
alcuni giorni era stato vicino al mio cuore, per istudiarne
il lavoro ed ascoltarne le pulsazioni.
— L'avidità dello spettatore? — ripetè la vecchia. —
Sì, il signor Rochester è rimasto ore e ore prestando
orecchio alle labbra affascinanti, che parevano così feli-
ci di quello che dovevano comunicargli, e il signor Ro-
chester pareva pago di quell'omaggio e riconoscente
della distrazione che eragli accordata.
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