Page 29 - Jane Eyre
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— Credo che a forza di piangere siate svenuta nella
camera rossa.
Bessie andò nella stanza attigua, destinata alla servi-
tù, e udii che diceva:
— Sara, venite a dormir con me nella camera dei
bambini; non vorrei stare sola con quella povera picci-
na, che potrebbe morire. L'accesso che ha avuto è così
strano! Davvero che la signora è stata troppo dura con
lei!
Sara tornò insieme con Bessie e tutt'e due andarono a
letto.
Le sentii parlare a voce bassa per una mezz'ora prima
di addormentarsi, e afferrai qualche frase della loro con-
versazione di cui indovinai l'argomento.
— Una forma tutta strana le è passata davanti ed è
sparita. – Un grosso cane nero la inseguiva. – Tre vio-
lenti colpi alla porta della camera. – Un lume nel cimite-
ro, proprio sopra la tomba....
Questo e altro dicevano le due donne. Alla fine si ad-
dormentarono e la candela continuò a bruciare.
Passai la notte vegliando angosciosamente; i miei oc-
chi, i miei orecchi, il mio spirito erano tesi per la paura,
una di quelle paure di cui i bimbi soltanto sono capaci.
Nessuna malattia lunga e seria tenne dietro a quell'in-
cidente della camera rossa, esso dette soltanto una scos-
sa tale ai miei nervi che la risento tuttora.
— Sì, signora Reed, grazie a voi, ho sofferto le dolo-
rose angosce della sofferenza mentale. Ma devo perdo-
narvi, perché ignara di quello che facevate; perché, cre-
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