Page 25 - Jane Eyre
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Non è forse, domandai a me stessa, un raggio di luna
che traversa le persiane? No, la luna è immobile e quella
luce vacillava, e mentre io la fissava scorse sul soffitto e
si fermò sulla mia testa.
Suppongo che fosse il riflesso di una lanterna portata
da qualcuno che traversava il prato, ma la mia fantasia,
predisposta com'era alla paura, i miei nervi, scossi
com'erano dall'agitazione, mi fecero rilevare che quel ti-
mido raggio di luce fosse l'araldo di una visione del
mondo di là. Il cuore mi batteva con violenza, la mia te-
sta ardeva; un suono mi colpì gli orecchi; pareva un agi-
tarsi di ale; ero oppressa, mi sentivo soffocare.
Allora corsi alla porta e feci sforzi inauditi per aprirla.
Sentii un rumore di passi, la chiave girò nella toppa;
Bessie e la signorina Abbot entrarono.
— Signorina Eyre, vi sentite male? — domandò Bes-
sie.
— Che rumore indiavolato! Son tutta spaventata, —
aggiunse Abbot.
— Conducetemi via, lasciatemi andare nella camera
dei bambini, — gridai.
— Perché? Siete malata? Avete veduto qualcosa? —
chiese di nuovo Bessie.
— Ho veduto un lume e ho creduto che giungesse
uno spirito.
Mi ero impossessata della mano di Bessie ed ella non
poteva liberarsi della mia stretta.
— S'è messa a gridare senza ragione, — disse Abbot
irritata. — Sarebbe scusabile se si fosse sentita male, ma
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