Page 273 - Jane Eyre
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diato il buono e il cattivo che vi era nel suo carattere,
           ora dimenticavo i difetti e non vedevo altro che le buone
           qualità.
              Il tono di sarcasmo, che mi aveva fatto ribrezzo, po-
           che settimane prima, la durezza, che aveva suscitato in
           me un senso di rivolta, mi facevano ora ben altra im-
           pressione, mi parevano il condimento piccante di una
           pietanza scelta; mi eccitavano, ma se fossero venute a
           mancare, la pietanza mi sarebbe parsa insipida.

              Quella espressione sinistra o dolorosa, arguta o dispe-
           rata che un osservatore attento avrebbe potuto veder ba-
           lenare ogni tanto negli occhi di lui, ma che spariva pri-
           ma che se ne fosse misurata la strana profondità; quella
           vaga espressione, che mi faceva tremare, che contem-
           plava ora tranquilla, ora col cuore agitato, ma senza mai
           sentire i miei nervi paralizzati, invece di non vederla,
           cercavo d'indovinarla.
              La signorina Ingram mi pareva che un giorno dovreb-
           be esser felice di esplorare l'abisso, di vederne i segreti
           ed analizzarne la singolare natura.
              Mentre non pensavo che al mio padrone e alla sua fu-
           tura sposa, gli altri invitati del signor Rochester eran
           egualmente occupati dei loro interessi e dei loro piaceri.
              Lady Lynn e lady Ingram continuavano i solenni di-
           scorsi abbassando i due turbanti, uno verso l'altro, e al-
           zando le quattro mani con sorpresa, con mistero o con
           orrore, secondo l'argomento delle loro chiacchiere; la
           dolce signora Dent parlava con la buona signora Eshton




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