Page 276 - Jane Eyre
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Si sentì parlare nel vestibolo, e il forestiere fu intro-
           dotto; egli salutò lady Ingram, perché gli parve la signo-
           ra più anziana di tutte.
              — Pare, signora, che abbia scelto male il momento
           della mia visita, — disse. — Il mio amico Rochester è
           assente, ma giungo da un lungo viaggio e conto sulla
           nostra antica amicizia per aspettarlo fino al suo ritorno.
              Aveva modi cortesi e un accento che non lo faceva
           giudicare né straniero, né inglese.

              Poteva avere la stessa età del signor Rochester, e se
           non avesse avuto la carnagione gialla, sarebbe stato bel-
           lo, sopratutto a prima vista.
              Guardandolo attentamente aveva un non so che di
           spiacevole, o meglio mancavagli ciò che è fatto per pia-
           cere.
              I tratti di lui erano regolari, ma flosci, gli occhi gran-
           di, ma senz'anima. Così almeno mi parve.
              La campana disperse gli ospiti e soltanto dopo pranzo
           rividi lo straniero; non era più impacciato, ma il suo vol-
           to mi piacque anche meno di prima. Aveva i lineamenti
           immobili e disordinati, guardava senza vedere, e il suo
           volto bello era ripugnante, mancava di forza, non c'era
           nessun pensiero su quella fronte bassa, nessuna espres-
           sione di autorità in quegli occhi neri.
              Dal mio solito posto potevo vederlo bene.
              Stava seduto in una poltrona accanto al fuoco e sem-
           pre si avvicinava alla fiamma, come se avesse freddo.
              Lo paragonai al signor Rochester e mi parve che fra
           una dolce agnella e il cane col pelo arruffato e l'occhio


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