Page 250 - Jane Eyre
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aveva fatto la signora Fairfax, poi alla miniatura mia e
           finalmente, devo confessarlo, se era fatta per piacere al
           signor Rochester.
              Per quanto riguardava la sua persona, corrispondeva
           perfettamente sia alla mia miniatura che alla descrizione
           della signora Fairfax. Il busto nobile, le spalle spioventi,
           il collo pieno di grazia, gli occhi scuri e le sopracciglia
           nere erano là – ma il suo viso? Il suo viso era come
           quello della madre, anche se più giovane e meno rugo-

           so; la stessa fronte bassa, gli stessi tratti alteri, lo stesso
           orgoglio. Non era, tuttavia, un orgoglio così cupo! Ella
           rideva sempre, ma il suo riso aveva un suono ironico,
           come l'espressione della bocca.
              Si dice che il genio ha coscienza del proprio valore;
           non so se la signorina Ingram avesse genio, ma aveva
           coscienza del proprio valore.
              Così incominciò a parlar di botanica con la dolce si-
           gnora Dent, che certo non l'aveva studiata.
              La signorina Ingram, invece, era padrona di quella
           scienza e la sbalordì con le sue cognizioni.
              Mi accorsi che si burlava della signora Dent e lo face-
           va abilmente, ma ciò non indicava che avesse un'indole
           buona.
              Suonò il piano con brio, cantò, facendo udire una bel-
           la voce, parlò francese con sua madre e mi accorsi che
           aveva buon accento.
              Maria aveva un volto più aperto, tratti più dolci e car-
           nagione più bianca della sorella, che pareva una spa-
           gnuola.


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