Page 247 - Jane Eyre
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Adele era stata in estasi tutto il giorno e non si calmò
che quando Sofia incominciò a vestirla.
Quando i capelli di lei furono accomodati in riccioli,
quando si fu messa il vestito di raso rosa, i mezzi guanti
di trina nera, rimase grave come un giudice, in attesa
che io pure fossi vestita.
La mia toilette non fu lunga.
Indossai il vestito di seta grigia che mi ero fatto per il
matrimonio della signorina Temple e che non mi ero più
messo, mi lisciai i capelli, appuntai al colletto la spilla
con la perla e scendemmo.
La sala era vuota e un bel fuoco ardeva nel caminetto
di marmo, e le candele brillavano in mezzo ai fiori rari.
L'arco che metteva nella sala da pranzo era chiuso
dalla portiera rossa, ma questa sottile divisione bastava
a non farmi afferrare i discorsi che si tenevano a tavola.
Adele era sempre solenne. Si sedè su un panchettino
che le indicai; io mi ritirai accanto a una finestra, e pren-
dendo un libro cercai di leggere. Adele portò il panchet-
tino davanti a me, e poco dopo mi toccò il ginocchio.
— Che cosa volete? — le domandai.
— Posso prendere uno di quei bei fiori per completa-
re la mia toilette?
— Ci pensate troppo, Adele, — risposi, — mettendo-
le una rosa nella cintura.
Ella sospirò di soddisfazione come se quel fiore aves-
se completato la sua felicità.
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