Page 238 - Jane Eyre
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Il signor Rochester era assente da circa quindici gior-
ni, quando la signora Fairfax ricevè una lettera di lui.
Mentre ella rompeva il sigillo, io continuai a sorbire
tranquillamente il caffè (eravamo a colazione). Era cal-
do e così potei spiegare il rossore che mi coprì il volto
quando giunse la lettera, ma non mi detti pena di cercar
la ragione che mi faceva tremar la mano e versare il caf-
fè nel piattino.
— Qualche volta mi lagno che qui c'è troppa tranquil-
lità, — disse la signora Fairfax, — ma ora, per qualche
tempo almeno, ci sarà da fare.
Mi permisi allora di domandare con indifferenza:
— Ma il signor Rochester non deve tornare per ora?
— Invece arriverà fra tre giorni, cioè giovedì, e non
viene solo; conduce seco una comitiva di conoscenti.
Dice che si preparino le più belle camere della villa, la
biblioteca e la sala. Mi ordina pure di far venir gente da
Millcote per aiutare in cucina. Le signore condurranno
le cameriere e i signori i loro camerieri.
La vedova terminò in fretta di mangiare per dar subi-
to ordini. E per tre giorni ci fu molto da fare.
Le stanze di Thornfield mi erano parse in perfetto or-
dine, ma forse mi ero ingannata.
Tre nuove donne di servizio giunsero per aiutare le al-
tre; tutto fu strofinato, spazzolato, battuto, lustrato.
Adele correva in mezzo a quel disordine ed era pazza
dalla gioia pensando a tutta quella gente che doveva ar-
rivare.
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