Page 237 - Jane Eyre
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La signora Fairfax mi disse che non si sarebbe stupita
se dopo aver lasciato il castello del signor Eshton fosse
andato a Londra e poi sul continente, per non tornare in
tutto l'anno a Thornfield.
Sentendola parlar così fui colta da un brivido e stetti
per venir meno.
Avevo subito una dolorosa delusione.
Ma facendo appello alle mie forze e rammentandomi
i miei principii, mi studiai di dar ordine alle mie sensa-
zioni, e ben presto riuscii a dominare l'errore passeggie-
ro e a convincermi che non mi doveva importar nulla di
ciò che faceva il signor Rochester.
Eppure non cercavo di umiliarmi persuadendomi di
essergli troppo inferiore, ma dicevo a me stessa che fra
me e il padrone di Thornfield non vi era nulla di comune
e che era pazzia di voler riporre in lui i miei sentimenti
più dolci, le mie estasi, i miei strazii, poiché egli non era
nella stessa posizione mia.
Prima di tutto non dovevo cercar di uscire dalla mia
classe e a nutrire in cuore un amore che non mi era chie-
sto o che sarebbe stato disprezzato.
Continuai tranquillamente a compiere i miei doveri,
ma sovente mi si presentavano alla mente eccellenti ra-
gioni per lasciare Thornfield e pensavo ai mezzi di cam-
biar posto.
Credei inutile di scacciare questo pensiero e con una
specie di fatalità lasciai che germogliasse e portasse
frutti, se poteva.
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