Page 234 - Jane Eyre
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Chiamata dinanzi al mio tribunale, la Memoria pro-
           dusse le cause che avevano destato in me speranze, desi-
           derii, sentimento fino dalla notte prima; la Ragione spie-
           gò lo stato generale dello spirito da quindici giorni circa,
           ma il Buonsenso venne a esporre tranquillamente le
           cose così com'erano e dimostrò che avevo respinto la
           realtà per pascermi d'ideale.
              Allora io pronunziai questo giudizio: Chi mai pazza,
           più pazza di Jane Eyre aveva respirato aura vitale, chi

           mai sciocca, più fantastica si era cullata in dolci menzo-
           gne e non aveva trangugiato meglio il veleno come se
           fosse nettare?
              — Tu, — dissi, — la preferita del signor Rochester?
           Tu, avere il potere di piacergli? Tu, avere qualche valore
           agli occhi di lui? Va', la tua follia mi turba!
              "Tu hai preso per moneta sonante alcune cortesie, se-
           gni equivoci accordati da un signore a una serva, a una
           bambina, povera illusa! Come hai osato?
              "Il tuo proprio interesse non dovrebbe averti suggerita
           la saggezza?
              "Stamani hai ripassato nella mente la scena della not-
           te scorsa; vedi, arrossisci di vergogna! Egli ha lodato
           alla sfuggita i tuoi occhi, non è vero? Bambola cieca,
           apri le palpebre e convinciti della tua demenza.
              "Non è un vanto per una donna l'esser lodata da un
           superiore che non può sposarla.
              "E pazzia di lasciare che nel cuore si accenda un
           amore che deve divorare la sua vita, se non è conosciuto




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