Page 233 - Jane Eyre
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forte; io non me ne intendo, ma il signor Rochester disse
che era una forte esecutrice.
— E quella ragazza così bella e istruita non è ancora
maritata?
— Pare di no. Credo che non sia ricca; il figlio mag-
giore ha ereditato quasi tutto il patrimonio.
— Mi fa specie che nessun nobile si sia innamorato di
lei, per esempio il signor Rochester; è ricco, non è vero?
— Sì, certo; ma fra loro v'è molta differenza d'età; lui
è vicino ai quarant'anni, e la signorina ne ha venticin-
que.
— Che cosa importa! Tutti i giorni si fanno matrimo-
ni in cui la differenza d'età fra gli sposi è anche maggio-
re.
— È vero. Non credo però che il signor Rochester vi
abbia mai pensato. Ma non mangiate nulla; avete appe-
na assaggiato un crostino.
— Ho troppa sete per poter mangiare; fatemi il piace-
re di darmi un'altra tazza di tè.
Stavo per ricominciare a parlare delle probabilità di
un matrimonio fra il signor Rochester e la bella Bianca,
quando Adele entrò e dovemmo cambiar discorso.
Appena fui sola mi diedi a ripassare nella mente ciò
che avevami detto la signora Fairfax.
Guardai nel mio cuore, esaminai pensieri e sentimenti
e con mano ferma cercai di ricondurre sulla via del buon
senso quelli che l'immaginazione aveva lasciato smarri-
re in vie impraticabili.
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