Page 229 - Jane Eyre
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che cosa poteva esser Grace nella villa e domandavo a
           me stessa come mai il signor Rochester non l'aveva fatta
           imprigionare o almeno non l'aveva mandata via. La not-
           te precedente mi aveva quasi detto che ella era colpevo-
           le dell'incendio; quale causa misteriosa impedivagli di
           denunziarla? Perché mi aveva raccomandato il segreto?
           Come mai un signore altero, temerario e vendicativo,
           era caduto in potere di una serva?
              Se Grace fosse stata giovane e bella, avrei potuto cre-

           dere che il signor Rochester fosse stato spinto da senti-
           menti più teneri che il timore e la prudenza, ma questa
           supposizione era assurda per chi guardava Grace.
              Eppure mi misi a riflettere che poteva essere stata
           giovane, e che la sua gioventù doveva corrispondere con
           quella del padrone.
              Forse un capriccio l'aveva messo nelle mani di quella
           donna, forse ella aveva continuato ad esercitare su di lui
           un'influenza segreta, dalla quale non poteva liberarsi.
              Ma in quel momento il viso grosso, quadrato, duro e
           brutto mi si presentò davanti agli occhi e capii che la
           supposizione non aveva fondamento.
              Eppure, mi diceva una voce segreta, neppur tu sei
           bella e piaci forse al signor Rochester; almeno l'hai cre-
           duto spesso, anche la notte passata. Rammentati le sue
           parole, i suoi sguardi, la sua voce.
              Mi rammentavo tutto: il linguaggio, lo sguardo, l'ac-
           cento mi tornarono alla mente.
              Eravamo nella sala di studio; Adele disegnava; mi
           chinai su di lei per dirigerle la mano.


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