Page 222 - Jane Eyre
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— Sì, signore. Vi è qui una donna chiamata Grace
           Poole, che ride in quel modo; è una creatura strana.
              — Sì, Grace Poole; l'avete indovinato, essa è strana
           come dite; rifletterò su quello che è accaduto; intanto
           sono contento che questo fatto non sia noto che a voi ed
           a me. Non ne parlate mai; spiegherò il perché dell'incen-
           dio. Tornate in camera vostra; il divano della biblioteca
           mi servirà per il resto della notte. Sono le quattro, fra
           due ore la servitù sarà alzata.

              — Allora, buona notte, signore, — dissi alzandomi.
              Parve meravigliato, benché egli stesso mi avesse det-
           to di andarmene.
              — Come! — esclamò, — mi lasciate già e in questa
           maniera?
              — Non mi avete detto che lo potevo, signore?
              — Ma non così, senza congedarvi, senza dirmi una
           parola, in questa maniera secca e breve. Mi avete salva-
           to la vita, mi avete strappato a una morte orribile e mi
           lasciate come se fossimo due estranei. Datemi almeno
           una stretta di mano.
              Mi stese la sua e io gli detti la mia che prese prima
           con una mano, poi con tutte e due.
              — Mi avete salvato la vita e sono felice di aver con-
           tratto con voi questo immenso debito; non posso dire di
           più. Avrei sofferto di avere un obbligo simile verso ogni
           altra creatura vivente, ma con voi è altra cosa. Quello
           che avete fatto per me non mi pesa, Jane.
              Tacque e mi guardò.




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