Page 218 - Jane Eyre
P. 218

L'orologio della sala suonò allora le due. In quel mo-
           mento mi parve che una mano scivolasse sulla porta di
           camera, per cercar la via nello scuro e lungo corridoio.
              — Chi è? — domandai.
              Nessuno rispose, ed io era gelata dalla paura.
              Pensai che fosse stato Pilato, il quale, quando la cuci-
           na era aperta, saliva per accucciarsi sulla porta del si-
           gnor Rochester.
              Io stessa ve l'aveva veduto spesso la mattina.

              Quel pensiero mi calmò un poco, e tornai a letto. Il si-
           lenzio mi calmò i nervi e, non udendo in casa alcun ru-
           more, provai il bisogno di dormire.
              Ma era destino che quella notte non riuscissi a riposa-
           re.
              Quando un sogno stava per avvicinarsi a me, era fu-
           gato da un rumore spaventoso.
              Era un riso diabolico e profondo, che pareva avesse
           echeggiato alla porta di camera mia. La testa del letto
           era prossima alla porta, e per un momento credei che il
           demonio, che aveva manifestato la sua presenza, fosse
           al mio capezzale.
              Allora mi alzai, guardai senza veder nulla. Il suono
           strano echeggiò di nuovo e capii che veniva dal corrido-
           io.
              Il mio primo movimento fu di mettere il chiavistello
           alla porta, il secondo di domandare: Chi è?
              Sentii un grugnito, e poco dopo udii un rumore di
           passi verso la scala del terzo piano, la cui porta fu aperta
           e chiusa.


                                         220
   213   214   215   216   217   218   219   220   221   222   223