Page 219 - Jane Eyre
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Poi tutto ritornò nel silenzio.
              — È Grace Poole? È forse pazza? — domandai a me
           stessa. — Non voglio restar più sola, non posso; andrò a
           svegliare la signora Fairfax.
              M'infilai un vestito, mi ravvolsi in uno scialle, e, ti-
           rando il chiavistello, aprii la porta, tremando. Nel corri-
           doio c'era una candela accesa. Fui meravigliata di quel
           fatto, ma la mia meraviglia crebbe quando mi accorsi
           che l'aria era pesante e densa di fumo.

              Mi guardai intorno per capire di dove veniva, quando
           sentii puzzo di bruciato.
              Una porta cigolò; era quella del signor Rochester e da
           quella appunto usciva una nube di fumo. Non pensai più
           a Grace Poole, né alla signora Fairfax. Entrai subito, le
           tende ardevano e il signor Rochester dormiva profonda-
           mente in mezzo alle fiamme e al fuoco.
              — Svegliatevi! — gli gridai, scuotendolo.
              Borbottò qualche parola e si voltò da un'altra parte; il
           fumo avevalo quasi soffocato.
              Non c'era un momento da perdere; il fuoco si era ap-
           piccato anche alle lenzuola.
              Corsi a prendere il suo mesci-acqua e la catinella; for-
           tunatamente il primo era alto e la seconda larga e fonda
           e tutt'e due erano pieni d'acqua. Inondai il letto e colui
           che vi era dentro, poi corsi in camera mia a prendere al-
           tr'acqua e potei spengere il fuoco.
              Lo scricchiolìo delle fiamme morenti, il rumore che
           fece il mio brocchetto scivolandomi di mano e cadendo,
           e sopratutto l'acqua diaccia che avevo sparso con tanta


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