Page 215 - Jane Eyre
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Vi riflettei per un istante, ma poi, trovando inesplica-
bile quell'incidente, vi rinunziai e mi misi allora a pen-
sare alle maniere del signor Rochester.
Il segreto che aveva creduto bene di rivelarmi pareva
che lo avesse affidato alla mia discrezione, almeno
come tale lo avevo accettato.
Da alcune settimane la sua condotta verso di me era
più eguale e pareva che la presenza mia non lo annoias-
se.
Aveva cessato di trattarmi con sprezzo, e quando
m'incontrava mi sorrideva e aveva sempre una buona
parola da dirmi.
Quando m'invitava ad andare da lui, mi riceveva cor-
dialmente, e questo provavami che avevo il potere di di-
vertirlo, e che ricercava le conversazioni della sera per
piacere proprio.
Parlavo poco, ma provavo diletto nell'ascoltarlo.
Era comunicativo, si compiaceva di far balenare di-
nanzi a uno spirito ignaro alcune scene del mondo.
Non mi metteva sotto gli occhi atti cattivi o corrotti,
ma mi parlava di cose che avevano per me molto inte-
resse, perché si svolgevano su larghissima scala ed era-
no narrate con strana originalità.
Ero felice quando m'iniziava a idee nuove, rivelava al
mio spirito regioni sconosciute.
Egli non mi turbava più con spiacevoli allusioni.
Le sue maniere franche mi liberarono presto da ogni
specie di timore, e fui attratta verso di lui dalla fran-
chezza amichevole con la quale mi trattava.
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