Page 201 - Jane Eyre
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— Che cosa ne sapete? Non l'avete mai gustato.
Come è serio e solenne il vostro sguardo! e voi siete
così ignorante di tutte queste cose, come una testa di
cammeo (e ne prese una sul caminetto). Non avete il di-
ritto di farmi un sermone, voi, neofita, che non avete
passato la soglia della vita e non ne conoscete alcuno
dei misteri.
— Non faccio altro che rammentarvi le vostre parole,
signore; voi avete detto che la colpa conduce al rimorso,
e che il rimorso è il veleno della vita.
— E chi parla di colpa? Non credo che l'idea che ho
concepito sia una colpa; è piuttosto una ispirazione che
una tentazione. Oh come è dolce e calmante! Ecco che
torna ancora. Non è lo spirito del male che me l'ha ispi-
rata, o se è lui, deve aver rivestito le sembianze di un
angiolo; mi pare di dover ammettere un tale ospite
quando mi chiede l'ingresso nel cuore.
— Diffidate di lui, non è un angiolo vero.
— Ma di nuovo, che cosa ne sapete? In forza di quale
istinto pretendete di conoscere l'angiolo caduto dal mes-
saggero dell'Eterno? La guida dal seduttore?
— L'ho giudicato dal vostro aspetto, che era turbato
nel momento che dicevate che vi tornava lo stesso pen-
siero, e son convinta che se agite secondo il vostro desi-
derio, sarete anche più infelice.
— No davvero; quell'angiolo mi ha portato il più gra-
zioso messaggio che si possa desiderare. Del resto voi
non siete la guardiana della mia coscienza, e per questo
non vi turbate. Entra, messaggero di gioia!
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