Page 195 - Jane Eyre
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esteriore, che, guardandolo, si divideva la sua indiffe-
renza o quasi quasi anche la sua convinzione.
— Sono comunicativo oggi, — ripetè, — e per questo
vi ho fatto chiamare. Il fuoco o il lume non erano com-
pagni adatti e Pilato neppure, perché non parla. In quan-
to a Adele non poteva soddisfarmi e lo stesso debbo dire
della signora Fairfax. Voi invece, sono convinto che sia-
te appunto ciò che mi occorreva; mi avete incuriosito la
prima sera che vi ho veduto; dopo vi ho quasi dimenti-
cata. Altre idee vi hanno cacciata dalla mia mente, ma
oggi voglio allontanare tutto ciò che mi dispiace e ri-
chiamare quello che mi diverte. E mi diverte di saperne
di più sul vostro conto; dunque parlate.
Invece di parlare sorrisi, e il mio sorriso non era né
amabile, né sommesso.
— Parlate, — ripetè.
— Di che cosa, signore?
— Di quello che vi pare; vi lascio la scelta dell'argo-
mento e potrete trattarlo come vi aggrada.
Conformemente ai suoi ordini, mi sedei, ma tacqui.
— Crede forse che io parli per il piacere di parlare? —
pensai. — Voglio fargli vedere che non avrebbe dovuto
rivolgersi a me.
— Siete muta, signorina Eyre?
Persistei nel mio silenzio. Egli chinò la testa verso di
me e mi gettò negli occhi uno sguardo rapido.
— Noiosa e caparbia, — disse, — ella si ostina, ma io
ho fatto la domanda in forma assurda e quasi imperti-
nente. Signorina Eyre, vi chiedo scusa; sappiate una vol-
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