Page 186 - Jane Eyre
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Due mani sottili coprivano con un velo la parte infe-
riore del volto, del quale non scorgevasi altro che una
fronte pallida e due occhi incavati e desolati.
Al disopra delle tempie, in mezzo a un turbante strap-
pato e accennato vagamente, si scorgevano fiamme
bianche, tempestate di pietre preziose. Quella pallida
aureola era l'emblema di una corona reale e circondava
una testa senza corpo.
— Eravate felice nel dipingere questi quadretti? —
mi domandò il signor Rochester.
— Ero assorta, signore; sì, ero felice: il dipingere è
una delle gioie più vive che abbia conosciute.
— Non vuol dir molto. Voi stessa confessate che i vo-
stri godimenti non erano molti. Dovevate essere immer-
sa in una specie di sogno d'artista, quando avete mesco-
lati questi strani colori. Dipingevate per molte ore ogni
giorno?
— Era nel tempo delle vacanze e non avevo nulla da
fare. Mi ci mettevo la mattina e vi restavo fino a sera.
La lunghezza delle giornate favoriva la mia inclinazio-
ne.
— Ed eravate contenta del risultato dei vostri ardenti
lavori?
— Punto. Anzi soffrivo per il contrasto che vi era fra
l'ideale e l'opera e mi sentivo impotente a dar forma alle
immagini della mia mente.
— Vi mancava l'abilità tecnica per renderlo completa-
mente; però questi schizzi sono notevoli per una scolara.
Il pensiero che vogliono rappresentare è fantastico; gli
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