Page 185 - Jane Eyre
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presentati con forza al mio spirito, ma la mano non era
           abbastanza abile per riprodurre il pensiero.
              Il primo rappresentava delle nuvole livide sopra un
           mare agitato. L'orizzonte, e anche le onde del primo pia-
           no erano nell'ombra.
              Un raggio di luce cadeva su un albero a metà som-
           merso, sul quale un nero camarano, con ale macchiate di
           spuma, erasi posato; portava nel becco un braccialetto
           d'oro tempestato di pietre preziose.

              Sotto l'albero e l'uccello fluttuava un cadavere che si
           vedeva confusamente, con un braccio alzato e spogliato
           del gioiello.
              Il secondo quadro aveva per primo piano una collina
           coperta d'erbe e di foglie sollevate dalla brezza; più in
           dietro il cielo azzurro-cupo del crepuscolo.
              Una donna, di cui non scorgevasi che il busto, appari-
           va in quel cielo.
              Avevo combinato, per raffigurarla, le tinte più cupe e
           più dolci.
              La fronte era sormontata da una stella, il basso della
           figura nascosto dai vapori. Aveva gli occhi cupi selvaggi
           e i capelli le fluttuavano intorno, come scure nubi lace-
           rate dai fulmini: sul collo le brillava un pallido raggio
           lunare. Avevo chiamato quel quadro "Stella Vespertina".
              L'ultimo quadro rappresentava il picco di un ghiaccia-
           io che s'inalzava in un cielo invernale. I raggi del nord
           mandavano nell'orizzonte una legione di dardi.
              Sul primo piano si vedeva una testa colossale appog-
           giata sul ghiaccio.


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