Page 177 - Jane Eyre
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Riconobbi in lui il viaggiatore dalle sopracciglia cor-
           vine, dalla fronte quadrata posta in rilievo, dal taglio
           orizzontale dei capelli.
              Lo riconobbi al naso più caratteristico che bello, alle
           narici dilatate, che mi parevano annunziassero una natu-
           ra violenta; la bocca e il mento erano duri.
              Ora che non era più avvolto nella pelliccia, mi accorsi
           che le membra erano in armonia con i tratti, membra di
           atleta, dal petto largo e i fianchi raccolti, un insieme

           senza imponenza e senza grazia.
              Il signor Rochester doveva essersi accorto che la si-
           gnora ed io eravamo entrate, ma non si degnò neppure
           di alzar la testa.
              — Ecco la signorina Eyre, — disse tranquillamente la
           vedova.
              Egli chinò la testa, senza togliere lo sguardo dalla
           bambina e dal cane, e disse:
              — Che la signorina Eyre si sieda.
              Il saluto freddo, il tono impaziente, benché cerimo-
           nioso, pareva che dicesse: "Che cosa mi importa di que-
           sta signorina Eyre? Ora non ho voglia di parlare con
           lei."
              Mi sedei, impacciata.
              Un'accoglienza   cortese   mi   avrebbe   confusa.   Non
           avrei potuto rispondervi con grazia; ma quella strana
           brutalità non imponevami nessun obbligo.
              Del resto, l'eccentricità stessa di quel contegno mi fa-
           ceva desiderare di vedere che cosa sarebbe stato il resto
           della serata.


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