Page 176 - Jane Eyre
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— Alle sei. In campagna anticipa l'ora del pranzo. Fa-
           reste bene a vestirvi ora. Vi aiuterò io. Tenete, ecco un
           lume.
              — È necessario di vestirsi?
              — Sì, anch'io mi vesto sempre la sera quando c'è il si-
           gnor Rochester.
              Questa formalità mi parve un poco cerimoniosa; no-
           nostante andai in camera, ed aiutata dalla signora Fair-
           fax, cambiai il vestito nero con uno di seta dello stesso

           colore, che, insieme con uno bigio-chiaro, serbavo per
           le grandi occasioni.
              — Vi ci vuole una spilla, — mi disse la signora Fair-
           fax.
              Non avevo altro che una piccola perla, lasciatami per
           ricordo dalla signorina Temple, me l'appuntai davanti, e
           scendemmo.
              Era una prova per me, così poco assuefatta a vedere
           estranei, il presentarsi al signor Rochester.
              Lasciai la signora andare avanti, e dopo aver traversa-
           to la sala, entrammo nell'elegante salottino.
              Due candele ardevano sulla tavola e due sul caminet-
           to.
              Pilato, accovacciato accanto al fuoco, si scaldava;
           Adele era inginocchiata accanto a lui.
              Su un lettuccio di riposo, col piede appoggiato su un
           guanciale, stava il signor Rochester con l'occhio rivolto
           su Adele e sul cane.






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