Page 175 - Jane Eyre
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Quel giorno fu difficile dar lezione a Adele. Ella usci-
           va continuamente per guardare se poteva vedere il si-
           gnor Rochester.
              Trovava sempre nuovi pretesti per andarsene e forse
           desiderava di andare nella biblioteca. Quando andavo in
           collera e la rimproverava, ella si metteva a parlarmi del
           suo amico, il signor Edoardo Fairfax Rochester e inda-
           gava qual regalo poteva averle portato.
              Pare che la sera prima il signor Rochester le avesse

           annunziato l'arrivo di una piccola scatola, che doveva
           giungere da Millcote insieme coi bauli.
              — Questo vuol dire, — aggiungeva, — che vi sarà in
           quella scatola un regalo per me, e forse uno anche per
           voi, signorina. Il signor Rochester mi ha parlato di voi,
           mi ha chiesto il nome della mia istitutrice e se non era
           una ragazza sottile e un po' pallida. Ho detto di sì, per-
           ché è vero, signorina.
              Io e la mia alunna pranzammo come al solito nella
           stanza della signora Fairfax e mi misi accanto al fuoco,
           e con le molle tracciavo qualche cosa, che somigliava a
           un quadro, sulle ceneri rosse.
              La signora Fairfax m'interruppe e impedì al mio spiri-
           to di lasciarsi trascinare dagli opprimenti pensieri che
           già stavano per impossessarsi di lui.
              — Il signor Rochester sarebbe felice, — disse ella, —
           se voi e la vostra alunna voleste prendere stasera il tè
           con lui. È stato così occupato tutto il giorno che non ha
           potuto chiedere di vedervi.
              — A che ora prende il tè? — domandai.


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