Page 169 - Jane Eyre
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Volle provarsi un'altra volta a camminare, ma invo-
           lontariamente gettò un grido.
              Non era ancora notte profonda, e la luna facevasi più
           brillante.
              Potei così guardare lo straniero. Era vestito con un so-
           prabito col colletto di pelliccia. Era di statura media, le
           spalle larghe, il viso accigliato, la fronte pensosa e i li-
           neamenti duri. Gli occhi e i sopraccigli aggrottati indi-
           cavano un'indole violenta.

              Non era più giovane, ma non aveva ancora toccata la
           maturità.
              Poteva avere trentacinque anni; la sua presenza non
           mi spaventò: appena appena m'intimidì.
              Se fosse stato bello, giovane come un eroe da roman-
           zo, non avrei potuto interrogarlo ancora e offrirgli i ser-
           vigi che non chiedeva.
              Non avevo mai parlato a un bel giovane, e forse non
           ne avevo mai veduto uno.
              Rendevo un teorico omaggio alla bellezza, all'elegan-
           za e alla galanteria, ma se avessi trovate tutte queste
           qualità riunite in un individuo, l'istinto mi avrebbe av-
           vertita che non potevo simpatizzare con lui, né lui con
           me, e lo avrei fuggito come si fugge il fuoco e tutto ciò
           che è antipatico, benché brillante.
              Se quello straniero mi avesse sorriso, si fosse mostra-
           to cortese con me, ringraziandomi per le mie offerte,
           avrei continuato la via senza esser tentata punto di ripe-
           tere le domande.




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