Page 164 - Jane Eyre
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van colpita la prima volta. Poi sentivo pure quel mormo-
           rio più strano del riso.
              In certi giorni taceva e in altri faceva udire suoni ine-
           sprimibili.
              Qualche volta la vedevo uscir di camera e portare un
           piatto e un vassoio, scendere in cucina e tornar su con
           una bottiglia di porter.
              L'apparenza di lei avrebbe agghiacciata la curiosità la
           più eccitata dalle sue strane risate.

              Aveva i lineamenti duri e nulla, nulla di attraente.
              Più volte cercai d'entrare in discorso con lei, ma par-
           lava poco e generalmente tagliava corto alle domande
           con una risposta breve.
              Le altre persone di servizio, John e sua moglie Leah e
           Sofia erano buona gente, ma insignificante.
              Con quest'ultima parlavo spesso francese e le facevo
           domande sul suo paese, ma ella mi rispondeva confusa-
           mente come chi desidera di far cessare l'interrogatorio.
              Passarono così ottobre, novembre e dicembre.
              Un dopo pranzo di gennaio la signora Fairfax mi
           chiese per Adele un giorno di vacanza, perché era raf-
           freddata. Adele appoggiò questa domanda con un ardore
           che mi rammentava con quanto piacere sospendevo an-
           ch'io le lezioni, quando ero bambina, e glielo accordai.
              Era una bella giornata calma, ma freddissima e dopo
           essere stata tutta la mattina seduta nella biblioteca, ve-
           dendo che la signora Fairfax aveva scritto una lettera,
           mi offrii di andargliela a impostare a Hay, che era di-
           stante due miglia.


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