Page 162 - Jane Eyre
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XII.
La maniera calma e dolce con la quale ero stata accol-
ta a Thornfield e che pareva annunziatrice di una esi-
stenza agevole, non fu smentita quando conobbi meglio
la villa e i suoi abitanti.
La signora Fairfax era davvero una donna dolce,
compiacente, abbastanza istruita e intelligente; la mia
alunna era una bimba vivace, spesso capricciosa, ma
siccome dipendeva soltanto da me, potei renderla doci-
le.
Non aveva nessuna attitudine speciale, nessun senti-
mento sviluppato; era una bambina come tutte.
Faceva progressi sufficienti e aveva per me un affetto
vivo, se non profondo, e fra noi regnava perfetto accor-
do.
Avrei dovuto esser contenta, eppure quando passeg-
giavo sola, quando guardava la strada attraverso il can-
cello, oppure quando non dovendo occuparmi di Adele
salivo sulla terrazza, quando infine i miei occhi poteva-
no seguire i campi, le colline, la linea scura dell'orizzon-
te, desideravo di avere il potere di conoscere ciò che vi
era al di là di quei limiti, in quelle città animate di cui
avevo sentito parlare, ma che non avevo mai veduto.
Allora desideravo di avere maggiore esperienza, rap-
porti più frequenti con altre persone e la possibilità di
studiare un numero maggiore di caratteri che non mi
fosse dato a Thornfield.
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