Page 167 - Jane Eyre
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Questo spirito, che appariva ora sotto la forma di ca-
vallo, di mulo o di grosso cane, frequentava le vie soli-
tarie e si mostrava ai viaggiatori in ritardo.
Il cavallo era vicinissimo, quando allo scalpitio sentii
aggiungersi un altro rumore che usciva dalla siepe, e
vidi passare lungo i nocciuoli un cagnone, che, per il pe-
lame bianco e nero, non poteva esser confuso con gli al-
beri.
Era appunto una delle forme che prendeva il Gytrash
di Bessie; avevo infatti dinanzi agli occhi un animale si-
mile a un leone, con la folta criniera e la lunga coda.
Per altro passò tranquillamente davanti a me, senza
guardarmi con occhi strani, come dovevo aspettarmi.
Il cavallo veniva dietro ed era montato da un cavalie-
re.
La vista dell'uomo sfatò l'incantesimo, perché nessun
essere umano aveva mai cavalcato Gytrash.
Non era dunque lo spirito, ma un viaggiatore che se-
guiva quella via per giunger presto a Millcote.
Passò, e io continuai a camminare, ma dopo alcuni
passi mi volsi, perché udii il rumore di una caduta se-
guita da questa esclamazione:"Come farò ora?"
Cavallo e cavaliere erano caduti.
Il cavallo era scivolato sul ghiaccio; il cane tornò ad-
dietro, e, vedendo il suo padrone in terra, si mise ad ab-
baiare con quanta forza aveva, e il suo grido fu ripetuto
dall'eco delle colline.
Girò poi attorno al cavaliere e corse a me, quasi im-
plorando aiuto.
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