Page 16 - Jane Eyre
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na Eyre! Percuotere il signorino, il figlio della vostra be-
nefattrice, il vostro padroncino!
— Chi è il mio padrone? Sono forse una serva?
— No, siete meno che una serva, perché non vi gua-
dagnate il pane. Sedetevi qui e pensate alla vostra perfi-
dia.
Intanto mi avevano condotta nell'appartamento indi-
cato dalla signora Reed e mi avevano gettata su una se-
dia. Io mi sentii spinta ad alzarmi di botto; quattro mani
mi trattennero subito.
— Se non state ferma costì a sedere, vi legheremo, —
disse Bessie. — Signorina Abbot, prestatemi le vostre
legaccie delle calze, perché presto avrò rotto le mie.
La signorina Abbot si affrettò a sciogliersi le calze.
Questo preparativo di legatura e la vergogna che per me
ne derivava, calmarono la mia agitazione.
— Non vi sciogliete le calze, non mi muoverò.
E per dare una prova di ciò che asserivo, mi avvitic-
chiai alla sedia.
— Non vi movete, — disse Bessie.
Quando fu sicura che avevo veramente intenzione di
obbedirla, mi lasciò andare.
Allora lei e Abbot incrociarono le braccia e mi guar-
darono severamente, come se avessero dubitato dello
stato della mia mente.
— Non era mai giunta a tanto, — disse Bessie alla
fine, volgendosi verso Abigail Abbot.
— Ma però si vedeva che sarebbe giunta a questo, —
rispose Abbot. — Ho spesso palesato alla signora la mia
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