Page 12 - Jane Eyre
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Soleva mangiare avidamente, e ciò avevagli prodotta
quella tinta biliosa, quello sguardo turbato e quelle
guancie flosce.
In quel tempo avrebbe dovuto trovarsi in collegio, ma
sua madre avevalo tolto per un mese o due col pretesto
della sua delicata salute.
Il signor Miles, direttore del collegio, assicurava che
sarebbe stato benissimo se da casa gli avessero mandate
meno dolci e meno ghiottonerie, ma il cuore della madre
si era ribellato contro questa severità e aveva preferito
di accoglier l'idea più gentile che il malessere di John
dipendesse dal soverchio studio e dal dolore di esser se-
parato dai suoi.
John non voleva molto bene né alla madre né alle so-
relle.
Io poi gli ero antipatica; mi maltrattava e mi puniva,
non due o tre volte la settimana, non due o tre volte al
giorno, ma sempre; ognuno dei miei nervi aveva paura
di lui, ogni brano della mia carne e delle mie ossa fre-
meva allorché egli si accostava a me.
Vi erano momenti in cui divenivo selvaggia per il ter-
rore che mi ispirava, perché non sapevo a chi ricorrere
contro le sue minaccie e le sue punizioni. I servi non
avrebbero voluto prendere le mie difese per non offen-
dere il loro giovine padrone, e la signora Reed su quel-
l'argomento era cieca e sorda, ella fingeva di non accor-
gersi quando mi picchiava o m'insultava, benché egli ciò
facesse spesso in presenza di lei, ma più spesso quando
non c'era.
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