Page 11 - Jane Eyre
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non tardò. La porta della stanza da pranzo fu vivamente
           aperta.
              — Oh! signora scontrosa, — gridò John Reed. Poi
           tacque, perché gli parve che la stanza fosse deserta.
              — Per bacco, dov'è? Liszy, Giorgy, — continuò egli
           volgendosi alle sorelle, — dite alla mamma che la catti-
           va bestia è andata a correre in giardino con questa piog-
           gia!
              — Ho fatto bene a tirare la tenda, — pensavo fra me;

           e mi auguravo sinceramente che non scoprissero il mio
           nascondiglio.
              John non lo avrebbe mai trovato da sè stesso: non
           aveva lo sguardo pronto; ma Eliza, avendo sporto la te-
           sta dall'uscio, esclamò:
              — Ella è certamente nel vano della finestra!
              Uscii subito, perché mi sgomentavo al pensiero di es-
           ser condotta fuori dal mio nascondiglio da John.
              — Che cosa volete? — gli domandai con timidezza
           rispettosa. — Dite: Che cosa volete, signor Reed?
              Mi rispose. — Voglio che veniate qui! — e collocan-
           dosi nella poltrona, mi fece cenno di accostarmi e di star
           ritta dinanzi a lui.
              John era un ragazzo di quattordici anni, io ne avevo
           allora dieci solamente.
              Era alto e forte per la sua età, ma aveva una carnagio-
           ne scura e malsana. I lineamenti del volto grossolani, le
           membra pesanti e le estremità molto sviluppate.






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