Page 155 - Jane Eyre
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Ma il cattivo gusto era, in quel modo, più che eviden-
           te.
              Adele aveva cantato la romanza con giusto tono e con
           l'ingenuità propria della sua età.
              Quando ebbe terminato, scese, e mi  disse che mi
           avrebbe recitato una poesia, e, scegliendo l'atteggiamen-
           to, incominciò a recitare "La Lega dei topi" di Lafontai-
           ne.
              Declamò quella favola con enfasi, badando alla pun-

           teggiatura, e la flessibilità della voce e la giustezza del
           gesto rivelavano l'abilità del maestro.
              — È la mamma che vi ha insegnato quella favola? —
           le domandai.
              Mi rispose di sì e mi fece notare i punti dove le face-
           va alzare la voce, e quindi mi domandò se voleva che
           ballassi; le risposi che bastava, le domandai con chi era
           restata dopo la partenza della sua mamma.
              — Con la signora Federigo e col marito; aveva cura
           di me, ma non è mia parente. Credo che sia povera, per-
           ché non ha una casa tanto bella come quella della mam-
           ma. Ma ci sono stata poco, perché il signor Rochester
           mi ha domandato se volevo venire in Inghilterra e gli ho
           risposto di sì; conosco il signor Rochester da molto tem-
           po ed è stato sempre buono con me; mi ha dato belle
           bambole e dei balocchi; ma non ha mantenuto la sua
           promessa, perché, dopo avermi  accompagnata qui, è
           partito subito, e non lo vedo mai.






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