Page 152 - Jane Eyre
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— È la pupilla del signor Rochester. Mi dette incom-
           benza di trovare per lei un'istitutrice. Credo che voglia
           farla educare qui.... Eccola con la sua bambinaia.
              Così l'enigma era spiegato. Quella piccola vedova, af-
           fidabile e buona, era non una gran signora, ma una di-
           pendente come me.
              Non le volevo meno bene, anzi ero anche più conten-
           ta.
              L'eguaglianza fra noi esisteva di fatto e non era il ri-

           sultato della condiscendenza da parte sua.
              Mentre riflettevo giunse correndo una bimba di sette
           o otto anni, delicata, pallida, con i lineamenti sottili e
           abbondanti capelli biondi ricciuti.
              — Buongiorno, signorina Adele, — disse la signora
           Fairfax. — Venite a salutare la vostra nuova istitutrice,
           che v'insegnerà tante belle cose.
              La bimba si avvicinò e domandò in francese alla
           bambinaia se ero la governante.
              — Sono straniere? — domandai meravigliata.
              — La bambinaia è francese e anche Adele è nata sul
           continente. Ora è qui da sei mesi. Quando giunse non
           sapeva una parola d'inglese; ora comincia a impararlo;
           ma io non la capisco, perché confonde le due lingue.
              Per fortuna io aveva avuto una maestra francese e
           aveva cercato sempre di far pratica con la signora Pier-
           rot, così era sicura di cavarmela con la signorina Adele.
           La quale si avvicinò a me e mi dette la mano.
              Nel condurla a colazione le rivolsi alcune parole nella
           sua lingua, alle quali rispose brevemente, ma dopo, a ta-


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