Page 150 - Jane Eyre
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Traversai il lungo corridoio col pavimento coperto di
           stuoie, scesi la lucente scala di quercia, e giunsi nella
           sala, ove mi fermai a guardare i quadri che ornavano le
           pareti (uno rappresentava un brutto vecchio con la co-
           razza e un altro una signora incipriata con un vezzo di
           perle), un lampadario di bronzo e un grande orologio in
           una custodia di quercia intagliata e che il tempo aveva
           resa nera come ebano.
              Tutto quello mi pareva imponente, ma bisogna ricor-

           darsi che non ero assuefatta al lusso.
              La porta a cristalli era aperta e ne profittai per uscire.
              Era una bella mattinata d'autunno; il sole brillava sen-
           za nubi sui boschetti ingialliti e sui campi ancor verdi.
              Mi spinsi nel prato guardando la facciata della casa,
           la quale senza esser vasta era spaziosa, aveva tre piani.
              Pareva piuttosto l'abitazione di un possidente di cam-
           pagna, che la villa di un signore, però nella sua irregola-
           rità aveva qualcosa di pittoresco. In distanza si vedeva-
           no alcune colline meno alte di quelle di Lowood e che
           non avevano come quelle l'aspetto di barriere che mi se-
           parassero dal mondo esterno, ma dolci e solitarie abba-
           stanza per fare di Thornfield una specie di eremo. Sul
           versante di una di quelle colline vi era un paesello colla
           sua chiesa vicina alla villa e se ne scorgeva, su un mon-
           ticello, la vecchia torre.
              Io godeva di quello spettacolo calmo, dall'aria pura, e
           guardava la casa pensando com'era grande, per una sola
           persona come la signora Fairfax, quando questa compar-
           ve sulla porta.


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