Page 145 - Jane Eyre
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Era occupata a far la calza e un gattone le stava ac-
           coccolato ai piedi. Insomma nulla mancava a quel qua-
           dro ideale di benessere domestico.
              Era impossibile desiderare per una nuova istitutrice
           una presentazione più rassicurante. Non vi era né quella
           pompa che opprime, né quella solennità che schiaccia.
              Mentre entravo, la vecchia signora mi venne incontro
           con premura.
              — Come state, mia cara? Ho paura che vi siate molto

           annoiata durante il viaggio; John guida così piano. Ma
           dovete aver freddo; avvicinatevi al fuoco.
              — La signora Fairfax, credo: — dissi.
              — Sì, infatti, sedetevi, ve ne prego.
              Mi condusse al suo seggiolone, mi levò lo scialle e il
           cappello. Io la pregai di non darsi tanta pena.
              — Non mi dà punto pena, — mi rispose, — ma le vo-
           stre mani sono gelate dal freddo. Leah, — aggiunse, —
           fate un poco di vino caldo e preparate qualche sandwi-
           chs; ecco la chiave della dispensa.
              Cavò di tasca un grosso mazzo di chiavi e lo dette
           alla donna.
              — Accostatevi dell'altro al fuoco, — continuò.
              — Avete portato il baule, mia cara? Lo farò mettere in
           camera vostra. — disse, e uscì.
              — Mi tratta come una visitatrice, — pensai.
              Mi aspettavo così poco quell'accoglienza, che ne ri-
           masi sbalordita, ma non volli troppo presto rallegrarmi.






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