Page 146 - Jane Eyre
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Ella ritornò poco dopo, e quando Leah portò il vasso-
io, la signora tolse da sé la calza e i libri dalla tavola,
per offrirmi i rinfreschi.
Ero confusa da tante attenzioni che mi venivano pro-
digate da un superiore, ma siccome pareva che ella non
facesse nulla di straordinario, pensai che era meglio ac-
cogliere tranquillamente quelle cortesie.
— Avrò il piacere di vedere stasera la signorina Fair-
fax? — le domandai.
— Che cosa dite, mia cara! sono un poco sorda.
Ripetei la domanda più distintamente.
— La signorina Fairfax? Volete dire la signorina Va-
rens. Varens si chiama la vostra futura alunna.
— Non è dunque vostra figlia?
— No, non ho famiglia.
Stavo per domandarle in quali rapporti era con la si-
gnorina Varens, quando mi rammentai che non stava
bene di far tante interrogazioni.
— Sono contenta, — mi disse sedendosi di fronte a
me e prendendo il gatto in grembo, — sono contenta
che siate giunta. Sarà una consolazione di avere una
compagna. Qui si sta bene sempre; Thornfield è una
vecchia villa, un po' trascurata ora, ma sempre rispetta-
bile.
In inverno, nondimeno, ci si sentirebbe tristi anche
nel più bell'appartamento d'una città quando si è sola.
Dico sola; Leah è certamente una buona ragazza; John e
sua moglie sono anche brava gente, ma sono tutte perso-
ne di servizio e non si possono trattare da pari a pari, bi-
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