Page 148 - Jane Eyre
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La ringraziai della scelta e, siccome ero davvero stan-
ca del viaggio, mi mostrai molto desiderosa di ritirarmi.
Ella prese il candeliere e io la seguii fuori della stan-
za.
Prima andò a vedere se la porta della sala era chiusa;
tolta che ebbe la chiave dalla serratura si diresse verso le
scale.
Gli scalini e la balaustra erano di quercia; la finestra
era alta e con un'inferriata l'una e l'altra, e il lungo corri-
doio, sul quale si aprivano le camere, aveva più l'aspetto
di chiesa che di villa.
Un'aria umida e fredda come quella di una cantina si
respirava nella scala e nella galleria, ci si sentiva soli e
abbandonati; e io fui contenta quando finalmente entrai
nella mia stanza da letto, e che trovai piccina ma ammo-
biliata in stile moderno.
Quando la signora Fairfax mi ebbe gentilmente augu-
rato la buona notte, e che ebbi chiuso l'uscio, guardai in-
torno a me; presto l'impressione che mi avevano prodot-
ta quella immensa sala vuota, quella scura e spaziosa
scala, e quel lungo e freddo corridoio, fu cancellata dal-
l'aspetto più allegro della mia cameretta.
Mi rammentai che dopo una giornata di fatica per il
corpo e di ansietà per lo spirito, ero finalmente al sicuro,
e col cuore pieno di gratitudine m'inginocchiai accanto
al letto e resi grazie a chi erano dovute, chiedendo a Dio
di rendermi degna della bontà che mi dimostravano pri-
ma che l'avessi meritata.
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