Page 140 - Jane Eyre
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— Ecco là uno dei miei quadri, quello sopra il cami-
netto.
Era un acquerello di cui avevo fatto dono alla direttri-
ce per ringraziarla della sua intercessione in mio favore
presso il comitato; ella l'aveva fatto incorniciare e copri-
re con un vetro.
— È magnifico, signorina Jane; bello come quelli che
fa il maestro delle signorine Reed. Se non avessero gui-
da, non farebbero nulla di buono; e il francese lo sapete?
— Sì, lo leggo e lo parlo.
— E sapete ricamare in bianco e in lana?
— Sì, Bessie.
— Allora siete davvero una dama, signorina Jane; lo
sapevo bene prima di venir qui. Andrete avanti a dispet-
to dei vostri parenti. Ah! volevo domandarvi qualcosa;
avete mai sentito parlare della famiglia di vostro padre?
— Mai.
— Ebbene, vi rammenterete che la signora diceva che
erano poveri e miserabili. È possibile che sieno poveri e
miserabili. È possibile che sieno poveri, ma vi assicuro
che sono meglio educati dei Reed. Sette anni fa circa, un
certo signor Eyre venne a Gateshead e chiese di vedervi.
La signora rispose che eravate in una pensione a cin-
quanta miglia di distanza; ne fu dolente perché non po-
teva trattenersi; partiva per un paese lontano e il basti-
mento doveva salpare da Londra dopo due giorni. Aveva
l'aspetto di un vero signore; credo che fosse fratello di
vostro padre.
— E in qual paese andava, Bessie?
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