Page 108 - Jane Eyre
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tutto quello che vi suggerisce la mente, ma non aggiun-
gete, non esagerate.
Stabilii nel mio cuore di esser mite ed esatta, e dopo
aver riflettuto un poco per dar ordine alle mie idee, mi
diedi a narrare la storia della mia infanzia triste.
Ero sfinita dalla commozione; così le mie parole furo-
no più dolci che quando avevo altre volte toccato quel-
l'argomento doloroso.
Rammentando ciò che Elena mi aveva detto sull'in-
dulgenza, cercai di metter meno fiele nel racconto, il
quale, fatto così, era più verosimile. Quanto più andavo
avanti, tanto più sentivo che la signorina Temple mi pre-
stava piena fede. Nel corso del racconto avevo nominato
il signor Lloyd, che mi aveva curata.
Quando ebbi terminato, la signorina Temple mi fissò
per alcuni minuti e poi disse:
— Conosco il signor Lloyd, gli scriverò; se la sua ri-
sposta è conforme a ciò che avete detto, sarete scagiona-
ta da ogni accusa. In quanto a me, Jane, fin d'ora vi cre-
do innocente.
Mi abbracciò e fecemi rimanere presso di sé.
Mi sentii consolata, perché provavo un piacere infan-
tile nel contemplare il suo volto, le sue vesti, i suoi gio-
ielli, la sua fronte pura, i suoi lucidi capelli, i suoi occhi
scintillanti.
Volgendosi verso Elena, le disse:
— Come state? Oggi avete tossito tanto.
— Non tanto come al solito, signora.
— E i dolori al petto?
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