Page 104 - Jane Eyre
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mie compagne; quelle della mia età mi trattavano da
           eguale, le grandi non mi facevano disperare; e ora stavo
           per essere umiliata di nuovo, di nuovo respinta, senza
           sapere se avrei mai potuto rialzarmi.
              — No, non potrei, — pensavo e mi misi a desiderare
           ardentemente la morte.
              Mentre formulavo questo desiderio in mezzo ai sin-
           ghiozzi, qualcuna si avvicinò a me; mi scossi.
              Elena Burns mi era accanto e mi portava il caffè e il

           pane.
              — Mangiate qualcosa, — mi disse.
              Respinsi quello che mi offriva, sentendo che nel mio
           stato anche un sorso di caffè mi avrebbe fatto male. Ella
           mi guardò forse meravigliata; benché mi sforzassi, non
           potevo dominare l'agitazione e continuavo a piangere.
           Ella si sedè accanto a me, in silenzio. Io fui la prima a
           parlare.
              — Elena, — le dissi, — perché state con una che tutti
           credono bugiarda?
              — Tutti, Jane? Appena ottanta persone vi hanno sen-
           tito accusare e il mondo ne contiene milioni e milioni!
              — Che cosa m'importano quei milioni, le ottanta che
           conosco mi disprezzano.
              — Jane, v'ingannate; è probabile che nessuna delle
           educande vi disprezzi, né vi odii; molte invece vi com-
           piangono, ne sono sicura.
              — Come possono compiangermi dopo quello che ha
           detto il signor Bockelhurst?




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