Page 112 - Jane Eyre
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Trattenne Elena stretta al cuore un poco più di me, se
ne staccò più difficilmente e la seguì con l'occhio, e per
lei sospirò e si rasciugò una lagrima.
Entrando nel dormitorio, udimmo la voce della signo-
rina Scatcherd.
Esaminava i cassetti ed era appunto a quello di Elena,
che fu subito sgridata.
La maestra le disse che il giorno dopo le avrebbe ap-
puntato alla spalla una mezza dozzina di oggetti spiega-
ti.
— È vero che il mio cassetto era in un disordine ver-
gognoso, — mi disse Elena a bassa voce, — volevo ras-
settarlo e non ci ho pensato più.
Il giorno dopo la signorina Scatcherd scrisse a grosse
lettere su un pezzo di carta la parola: "Sciatta" e l'appun-
tò sulla fronte d'Elena, su quella fronte buona, eletta,
dolce, intelligente.
La ragazza tollerò la punizione fino alla sera con
grande pazienza, senza provare uno scatto di collera.
Quando la signorina Scatcherd uscì dopo la lezione
della sera, corsi a strappare la benda dalla fronte di Ele-
na, e la gettai nel fuoco.
La rabbia, di cui ella era incapace, mi aveva dilaniata
tutto il giorno, e lagrime ardenti mi erano scorse conti-
nuamente sulle guance, perché lo spettacolo di quella
muta rassegnazione mi procurava un dolore immenso.
Una settimana circa dopo i fatti che ho narrato, la si-
gnorina Temple ricevè una risposta dal signor Lloyd, al
quale aveva scritto.
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