Page 114 - Jane Eyre
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sgriccioli, con le uova simili a perle, e coperti di giovani
tralci di edera.
Pensavo anche se un giorno sarei stata capace di tra-
durre un certo libriccino francese, che la signora Pierrot
mi aveva fatto vedere, e prima di risolvere questo pro-
blema, mi addormentai. Salomone ha avuto ragione di
dire: "Val meglio un desinare d'erbe, che un bove nella
stalla e l'odio."
Non avrei cambiato Lowood con tutte le sue privazio-
ni per Gateshead col suo lusso.
IX.
Le privazioni, o piuttosto le sofferenze che avevamo
sopportate fino allora, diminuivano a Lowood.
Tornava la primavera, era quasi giunta anzi; i ghiacci
dell'inverno erano cessati, le nevi si erano sciolte, i venti
freddi avevano meno forza, e i miei poveri piedi comin-
ciavano a guarire dei geloni sotto l'influenza benefica
del tepore d'aprile.
Le notti e le mattinate non ci ghiacciavano più il san-
gue nelle vene e le ricreazioni in giardino erano tollera-
bili, anzi quando brillava il sole erano anche piacevoli.
Dai rami scuri e spogliati spuntavano ogni giorno nuove
foglie, come se la speranza le traversasse durante la not-
te, lasciando ogni mattina tracce visibili del suo passag-
gio.
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