Page 118 - Jane Eyre
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Su quella pietra si poteva sedere in due, e io vi anda-
vo sempre con Anna Wilson, che in quel tempo preferi-
vo a tutte le altre compagne.
Ella era un'acuta osservatrice, e non mi piaceva sol-
tanto per la sua originalità, ma anche per le sue maniere.
Aveva qualche anno più di me, e, conoscendo il mon-
do, poteva narrarmi cose che mi dilettavano.
Anna era indulgente per i miei difetti e non metteva
mai un freno alle mie parole.
Ella aveva disposizione per il racconto; io per l'anali-
si; le piaceva di fornir particolari, a me di chiederne.
Ci convenivamo pienamente e si ricavava piacere, se
non utile, dai nostri racconti.
Che cosa avveniva in quel tempo di Elena Burns?
Perché non potevo passar con lei le dolci giornate di li-
bertà?
Elena era malata; da più settimane non la vedevo e
non sapevo dove fosse stata messa. Sapevo però che non
era all'infermeria, perché non era stata colpita dal tifo,
ma da una malattia di petto.
Nella mia ignoranza credevo quella malattia dolce e
lenta, ed ero convinta che si sarebbe dileguata con le
cure.
Fui avvalorata in questa convinzione vedendola scen-
dere due o tre volte.
Era condotta in giardino dalla direttrice, che non mi
permetteva di accostarmi a Elena.
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