Page 123 - Jane Eyre
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— Andate in qualche luogo? Andate forse a casa, Ele-
na?
— Sì, nella mia ultima, nella mia eterna casa.
— Oh no, Elena.
Tacqui commossa e mentre cercavo di reprimere i
singhiozzi, Elena fu assalita da un accesso di tosse, ma
l'infermiera non si destò.
Passato l'accesso, Elena rimase sfinita per un po' di
tempo, poi mormorò:
— Jane, siete scalza; venite nel mio letto e nasconde-
tevi sotto la coltre.
Ubbidii; ella mi abbracciò e mi attirò a sé. Dopo un
lungo silenzio mi disse pianissimo:
— Jane, sono molto felice. Quando vi diranno che
sono morta, credeteci, ma non vi affliggete: dobbiamo
tutti morire un giorno, e la malattia che mi uccide non è
punto dolorosa; è dolce e lenta; il mio spirito è calmo e
nessuno mi piangerà molto nel mondo. Non ho altri che
mio padre; s'è riammogliato da poco e la mia morte non
sarà un vuoto per lui. Morendo giovine, sfuggo a grandi
sofferenze. Non ho le attitudini né l'ingegno necessario
per farmi strada facilmente nel mondo e avrei continua-
mente soccombuto.
— Ma dove andate, Elena? Lo vedete forse? Lo sape-
te!
— Ho la fede e credo di andare da Dio!
— Dov'è Iddio? Chi è?
— Il mio Creatore e il vostro. Egli non distruggerà la
sua opera; ho fede nel suo potere e confido nella sua
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