Page 120 - Jane Eyre
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prima volta si spaventò, e guardando avanti e indietro, si
vide circondata da un abisso senza fondo; essa non capi-
va e non sentiva altro che una cosa: il presente.
Il resto era una nube informe, un precipizio vuoto, e
fremette al pensiero di trovarsi in quel caos.
Ero immersa in queste riflessioni, quando sentii aprire
il portone; il medico ne uscì insieme con l'infermiera.
Dopo che questa si fu assicurata che il dottore aveva
inforcato il cavallo e si allontanava, tornò alla porta e
stava per chiuderla.
Io corsi a lei e le domandai:
— Come sta Elena Burns?
— Molto male.
— È venuto per lei il signor Batis?
— Sì.
— E che cosa dice?
— Che Elena non rimarrà qui per molto tempo.
Se avessi udito questo discorso il giorno prima, avrei
creduto che Elena sarebbe tornata nel Northumberland
da suo padre, e non avrei ritenuta prossima la morte.
Ora capii che Elena era agli estremi, che stava per la-
sciare questo mondo ed entrare nella regione degli spiri-
ti, se pur quella regione esisteva.
Il primo sentimento fu di paura; dopo mi sentii strin-
gere il cuore da un vivo dolore e finalmente provai il de-
siderio, il bisogno di vederla.
Chiesi in quale camera era.
— In quella della signorina Temple, — mi rispose
l'infermiera.
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